Da una prima divisione della Biografia Umana individuiamo tre periodi di 3 volte 7 anni (21 anni).

Nei primi 21 anni il focus è sulla crescita dell’organismo fisico;

Nel secondo periodo (21/42) l’accento è sulle qualità dell’anima, al loro sviluppo.

Nel terzo periodo (42/63) l’energia viene messa a disposizione per sviluppare l’elemento spirituale in noi.

In questa divisione va considerata sia la Biografia Biologica / esterna
che quella Biografia Spirituale / interna

Da un punto di vista biologico la nostra evoluzione ha più o meno queste tappe

  • 0-7: si compie il sistema dei nervi e dei sensi
  • 7-14: si compie il sistema ritmico
  • 14-21: si compie il sistema metabolico

Dopo i 42 anni la curva dello sviluppo biologico discendente, col decrescere delle forze fisiche:

  • 42-49: possono presentarsi problemi al sistema metabolico
  • 49-56: possono presentarsi problemi al sistema ritmico
  • 56-63: possono presentarsi problemi al sistema dei nervi e dei sensi
Dal punto di vista spirituale abbiamo invece altre tappe, ognuna delle quali pone l’accento su un tema specifico:

  • 0- 7: imitazione (volere)
  • 7-14: simpatia-antipatia (sentire)
  • 14-21: ricerca della verità (pensare)
  • 21-28: viaggi di scoperta; forte senso della comunità (volere)
  • 28-35: controllo del mondo e sviluppo interiorità (sentire)
  • 35-42: grandi trasformazioni (pensare)
  • 42-49: decisioni coraggiose (volere)
  • 49-56: ascolto di ciò che mi accade (sentire)
  • 56-63: connessione con la realtà più vera e profonda (pensare)
Ho frequentato lo scorso anno un percorso formativo di Corporate Coaching, uno dei moduli riguardava proprio la Biografia Umana (in quel caso si estendeva anche all’organismo vivente azienda, ma potrà essere un argomento che prenderò in esame successivamente), il Docente ha usato questa metafora che trovo potentissima: supponiamo che la terra sia una grande scuola, ad esempio un’università.

Ciascuno, allora, venendo sulla terra sceglie una facoltà e stabilisce il proprio piano di studi, comprendente materie fondamentali e materie complementari.

Nell’arco dell’anno ci sono degli appelli a cui presentarsi per dare gli esami.
Ci si può presentare agli esami con diversi gradi di preparazione dovuti ad un più o meno intenso studio effettuato. Se non supero l’esame dovrò ripresentarmi e ridarlo all’appello successivo (ci sono tanti appelli in un anno accademico, e ci sono tanti
“anni accademici” a disposizione, non si è mai “fuori corso”).

Quindi, uscendo dalla metafora, quando una persona entra nella sua biografia
ha già deciso”, c’è già stata un’intenzione su quali temi evolutivi affrontare e imparare.

Da questa prospettiva, il destino è quindi un servitore tenace che ci mette in condizione di fare quel che c’è scritto nel piano di studi che abbiamo stilato.
Ecco perché nella nostra vita ci siamo incontrati e ci incontriamo più volte con la stessa tematica.

Una determinata esperienza (che offre le stesse dinamiche anche se in contesti e con persone diverse) ci si presenta più volte, fino a quando non abbiamo imparato ciò che avevamo deciso di imparare.

La domanda è: “che cosa c’è dietro questa esperienza?”
Il destino ce la mette costantemente davanti per ricordarci il “programma di studi”
e offrirci ulteriori possibilità di apprendimento.
Se entro nell’ottica che il programma l’ho scelto io, il mio approccio comincia a cambiare