Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra vita risieda nell’amore che non abbiamo donato, nei poteri che non abbiamo utilizzato, nella prudenza egoistica che evita ogni rischio e che, eludendo il dolore, rinuncia del pari alla felicità.

Mary Cholmondeley


 
ignoto
 

Imparare, fare e poi essere, questo è il cammino del maestro…

Si, imparando a vivere ogni abilità, soprattutto quella di vivere una vita centrata sull’amore per il proprio percorso e sul momento presente.”

Robin Sharma [Il Santo, il surfista e l’amministratore delegato e Scopri il tuo destino con il Monaco che vendette la sua Ferrari] ha individuato un processo a tre fasi per raggiungere la padronanza di questo cammino.

La prima cosa è imparare ciò che si ha bisogno di imparare, poi permettere che l’apprendimento si installi e integri (fare) per passare infine all’essere, lo stato in cui vivono i maestri che non cercano di vivere, vivono; non cercano di essere, sono.

Essere, sembra la cosa più facile del mondo, in realtà noi esseri umani siamo, e per siamo intendo presenti a noi stessi, poco, pochissimo, forse il 5% della nostra quotidianità.

Quel 5%, peraltro è spesso accompagnato da ansia e paura, poichè essere presenti è condizione necessaria per affrontare una cosa nuova, che ci spaventa e che richiede attenzione.

Attenzione che poi scemerà, per lasciare il posto al pilota automatico che normalmente organizza e governa la nostra giornata.

Torneremo a salire nel sedile posteriore della nostra macchina per lasciare ad altri le redini della nostra esistenza.

Ma la buona notizia è che se riusciamo a capire bene come funzionano le cose, se anche decideremo di delegare ad altri le nostre scelte, almeno potremo esserne consapevoli.

Robin Sharma, nei libri di cui sopra, ha individuato quattro livelli da attraversare per passare dalla vita di praticante a quella di maestro, cioè ad avere la padronanza della nostra vita.

Il primo livello lo ha definito incapacità inconscia – cioè non sappiamo cosa non sappiamo!

Proviamo a capire meglio, pensiamo a una qualsiasi attività, ad esempio andare in bicicletta.

Immaginiamo di non saperci andare e neppure avere la più pallida idea di quali siano le abilità necessarie per farlo.

Traslato nella nostra vita è come vivere con una benda metaforica sugli occhi, inconsapevoli di chi siamo e come siamo destinati a vivere; cioè non ci concediamo tempo per riflettere sui nostri comportamenti, sulla qualità e natura delle nostre scelte e sulle cose che dovremmo cambiare per dare il massimo come esseri umani. [Comodamente seduti nel sedile posteriore della nostra macchina]

Il requisito per passare al secondo livello è la volontà di migliorare e sviluppare quindi la consapevolezza di cosa non sappiamo, che Robin ha denominato incapacità consapevole.

È il punto in cui non possediamo ancora le abilità necessarie, ma ci è chiaro invece ciò che non sappiamo e che dobbiamo imparare.

Potremo dire allora che ancora non abbiamo acquisito la competenza di andare in bici ma ci è chiaro che per farlo dobbiamo trovare l’equilibrio, tenere il manubrio in un certo modo, esercitare una azione prima su un pedale e poi sull’altro etc.

Crescendo la consapevolezza di ciò che non sappiamo siamo pronti a compiere nuove e migliori scelte per attuare cambiamenti positivi.

Aperti gli occhi sulla realtà, riusciamo anche a individuare gli errori compiuti e come porvi ora rimedio.

Ad esempio riusciamo a capire quando sia stata la paura a governare le nostre scelte, quando non abbiamo rispettato la nostra integrità; riconosciamo quando ci siamo accontentati della mediocrità invece che cercare l’eccellenza, quante volte siamo scesi a patti per avere in cambio qualcosa che, finalmente, abbiamo capito non essere così importante.

La conoscenza/consapevolezza raggiunta ci porta al terzo livello, quello della competenza conscia.

Abbiamo acquisito la capacità di andare in bici, siamo più tranquilli e il nostro equilibrio è meno precario ma, pur cavandocela bene, non abbiamo ancora la completa padronanza.

Avremo scoperto molte delle leggi naturali che governano il mondo e lasciata la menzogna, saremo consapevoli e abbandonata la massa, vivremo secondo i nostri valori.

L’ascolto sarà rivolto alla voce del cuore e saremo più propensi a seguire i consigli della nostra coscienza.

Lasciata la bugia, compiuta la scelta di risvegliarci e, percorso il cammino della consapevolezza, raggiungeremo lo stadio che ci permetterà di vedere il mondo con occhi nuovi.

Certo il percorso non sarà facile, anche se sembra essere l’unica strada possibile, per chi vuole vivere la nobile vita che gli è stata destinata.

Il coraggio di ogni giorno ha pochi testimoni. Tuttavia il tuo non è meno nobile perché nessun tamburo batte per te e nessuna folla grida il tuo nome.Robert Louis Stevenson

 

Ci siamo liberati della benda che oscurava la nostra vista e ci impediva di notare quanto è grande, bello e ricco il mondo, vedremo ora la vita come un’opera d’arte.

La vera padronanza dell’abilità acquisita – capacità inconscia – si raggiunge al quarto livello.

È a questo livello che il ciclista esce, salta in sella alla sua bici e corre veloce sulla strada, più attento al vento in faccia e ai raggi del sole, che al movimento del manubrio.

Vivere a questo livello è essere assorti nel momento presente, con la completa padronanza del modo in cui trascorrere le nostre giornate, infinitamente saggi e del tutto risvegliati…

Per far si che questo accada, una delle cose più importanti da fare al terzo livello del risveglio di sé, è rinunciare al controllo della situazione; essere disposti ad arrendersi e lasciare andare tutto quello che si conosce per entrare in una nuova realtà.

Non aspettare la vita, non desiderarla.

Sii consapevole, sempre e in ogni momento, che il miracolo è qui e ora.

Marcel Proust

Robin Sharma:
Il Monaco che vendette la sua Ferrari (ed. Tea)
Il Santo, il Surfista e l’Amministratore delegato (ed. Il punto d’Incontro)
Scopri il tuo destino con il monaco che vendette la sua ferrari (ed. Anteprima)