Il 2013 è stato per me un anno molto particolare sotto molti punti di vista; mi trovo a festeggiare il Natale pensando all’amicizia, alle persone che ho “addomesticato” e da cui sono stata “addomesticata“; è a loro che voglio dedicare un brano di questo piccolo grande libro “Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint Exupéry.
Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma, siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!

Che bisogna fare?” Domandò il piccolo principe.

Bisogna essere molto pazienti“, rispose la volpe.

In principio tu ti siederai un po’ lontano da me così nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino“.

Il piccolo principe ritornò l’indomani.

Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora“, disse la volpe.

Se tu vieni per esempio tutti i pomeriggi e le quattro, dalle tre io comincerò a essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro incomincerò ad agitarmi e inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità. Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… ci vogliono i riti“.

Che cos’è un rito?” disse il piccolo principe.

Anche questa è una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe.

È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì, ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza”. Così il piccolo principe addomesticò la volpe e quando l’ora della partenza fu vicina:

piccolo principe e la volte

Ah!” disse la volpe, “ piangerò”.

La colpa è tua”, disse il piccolo principe

Io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…

È vero”, disse la volpe.

Ma piangerai” disse il piccolo principe.

È certo” disse la volpe.

Ma allora che ci guadagni?

Ci guadagno” disse la volpe “il colore del grano”.

Poi soggiunse:

Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto”.

Il piccolo principe se n’andò rivedere le rose.

Voi non siete per niente simile alla mia rosa, voi non siete ancora niente”, disse.

Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo”.

E le rose erano a disagio.

Voi siete belle ma siete vuote” disse ancora.

Non si può morire per voi. Certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa”.

E ritornò dalla volpe.

Addio”, disse.

Addio”, disse la volpe.

Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.

L’essenziale è invisibile agli occhi” ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”.

È il tempo che ho perduto per la mia rosa…” sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…

Io sono responsabile la mia rosa…” ripeté il piccolo principe per ricordarselo.